martedì 10 aprile 2007

Liberi tutti!

Trovo e ricopio:
Nobili genere natus? Non mi chiamo Catilina e i traditori della Patria mi sono sempre stati sui coglioni. Il giorno in cui uccisero Calipari ho pianto. Perdere la propria vita per qualcosa per cui non valga davvero la pena non è sempre una stupidaggine, anzi. Io eroe? Può darsi. Sono l'eroe delle mie storie di quotidiana pusillanimità, l'eroe cui piace sentire le schegge di pioggia sui vetri della finestra, la sera. Sono il mio eroe. Modestamente.


Vivere mi fa stare male. Talmente male da desiderare di morire. Ho 17 anni ma mi piace chiamarmi "vecchio mio". Perchè io a 17 anni sono già vecchio, che ci crediate o no. Mi piace la filosofia. Che ci crediate o no mi piace prezzemolare da un autore all'altro trovando collegamenti non troppo immediati, a volte arditi, a volte superbi, a volte improbabili. A volte superficiali. Soffro della stessa inevitabile superficialità di cui soffrono i miei coetanei contemporanei. D'altronde mio nonno me lo ripete sempre che lui a 17 fu chiamato al fronte per difendere la patria e che-cazzo-ne-posso-capire-io-che-a-diciassette-anni-non-ho-mai-neanche-lavorato-e-che-faccio-la-vita-comoda-del-mantenuto-mentre-quelli-si-che-erano-tempi. O tempora, o mores. Negli '10 non si scherzava. E neanche nei '20, nei '30 e nei '40. A 17 anni era già uomo fatto e andavi a lavorare per portare il pane a casa. Io invece sono qui a fare lo pseudo intellettuale da due soldi che suona il basso e cui piace il rock e guida la vespa e che ha avuto la fortuna di non conoscere la guerra se non attraverso qualche rara immagine tv o qualche galeotto libro di storia o qualche libro di Karl Brukner. Facile essere pacifisti nel 2005 in italia. Tanto facile quanto essere interventisti. Quanti ne ho conosciuti. Che volevano andare in guerra. Siamo la generazione dei videogiochi. Di guerra. Dove c'è chi vince e c'è chi perde. Nettamente. E il gioco è sempre fatto apposta per farti vincere. E il nemico è sempre brutto sporco cattivo e malvagio. Un po' di sano odio non ha mai fatto male a nessuno. Nemmeno a me che sono di sinistra e che mi professo pacifista convinto. Violenza chiama violenza e, sotto sotto, il mio desiderio nascosto è picchiare a sangue un nazi. Di quelli che vanno in giro a fare croce celtiche sui muri. "L'orgoglio skin cammina ancora per le strade" c'era una volta una scritta. "Occhio a non pestare una merda" aggiunsi io di sotto. Qualche giorno dopo lo cancellarono. Qualche addetto del comune, sicuramente. La prima scritta era legittima, la seconda rappresentava ovviamente l'offesa massima per una città che da anni ha deciso che "farsi i fatti propri e non rompersi i coglioni a vicenda così c'è da mangiare per tutti" era il modo migliore per vivere in comunità. Ma io non sono uno scomodo. Ho sempre sperato che le cose potessero andare meglio anche quando era chiaro che sarebbe andata molto peggio. Mi piaceva immaginare le cose in maniera diversa, anche quando essere diversi comportava alienarsi dagli altri. Non ho paura di stare da solo io. Forse perchè da solo non sto mai. Anzi, sapete cosa vi dico? A me piacerebbe tanto stare da solo, anzi vi dico che io non vedo l'ora di finire il liceo per andare a vivere da solo e fare quello che cazzo mi pare. Punto.
Suono il basso. E dal basso alla musica rock il passo è breve. E dalla musica rock ai complessi con gli amici il passo è brevissimo. E dai complessi con gli amici agli studi di registrazione fatti in casa e isolati con i cartoni ondulati dove la mamma compra le uova il passo è brevissimissimo. E dagli studi di registrazione agli amici fricchettoni che fumano erba spendendo i loro bravi 20 euro in 5 (così si divide) il passo è breve. Altro che gioventù bruciata. Ne ho visti di tutti i tipi: dai pornomani ai fumatori incalliti. Io ancora non so quale sia la mia malattia, forse è la superficialità. Me ne rendo conto. Gli altri no. Forse posso ancora salvarmi. Molti non riescono a superare indenni il banco di prova dei 17, ma forse è meglio così. Selezione naturale. Peggio per loro mi viene da dire. Selezione naturale.

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